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Cetta, la pentita perseguitata dalla famiglia PDF Stampa E-mail
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Scritto da Carlo Macrì   
Mercoledì 25 Aprile 2012 16:29

Arrestato il fratello. I genitori sono già in carcere

Giuseppe Cacciola fermato in un supermercato di Milano

 

Maria Concetta Cacciola, morta suicida a 31 anni lo scorso agosto
MILANO – Aveva trovato rifugio nell’hinterland milanese. Giuseppe Cacciola, 31 anni fratello della pentita Maria Concetta, morta suicida perché perseguitata dalla famiglia, era sfuggito alla cattura l’8 febbraio scorso. Era inseguito da un ordine di carcerazione emesso dal gip di Palmi per aver minacciato e maltrattato la sorella nel tentativo di farle ritrattare le sue confessioni. È stato arrestato dai carabinieri di Desio e Paderno Dugnano all’uscita di un supermercato. «È un arresto importante perché finalmente si chiude il cerchio attorno alla famiglia Cacciola, accusata di aver maltrattato la ragazza, sino ad indurla al suicidio» ha detto Giuseppe Creazzo, procuratore della Repubblica di Palmi.

IN CARCERE - A febbraio scorso, infatti, finirono in carcere Michele Cacciola e Anna Rosalba Lazzaro, genitori di Cetta. La ragazza si suicidò ad agosto scorso, proprio perché non ha retto alle botte e alle vessazioni di ogni tipo commessi dalla sua famiglia per indurla a ritrattare. Con le sue confessioni aveva descritto nei particolari gli affari sporchi, le attività e gli omicidi commessi dalla cosca Bellocco di Rosarno, da sempre alleata con i Pesce, una delle ‘ndrine più potenti in Calabria. La sua collaborazione con i magistrati della Dda di Reggio Calabria era iniziata dopo che aveva intuito che i suoi genitori erano stati messi al corrente di una relazione extraconiugale. Suo marito Salvatore Figliuzzi, affiliato ai Pesce, si trova in galera per scontare una condanna a otto anni di carcere per associazione mafiosa. Maria Concetta temeva di essere punita per la sua relazione clandestina, e decise di vuotare il sacco su tutto ciò che sapeva della cosca di appartenenza.

LA SEPARAZIONE - Al padre aveva chiesto l’autorizzazione a separarsi, ma la risposta non le lasciò scampo: «Questo è il tuo matrimonio e te lo tieni per tutta la vita». Quando poi i genitori seppero della sua collaborazione con la giustizia le tentarono tutte pur di far ritrattare la «marescialla», così era stata soprannominata Cetta. La raggiunsero nella località segreta e se la portarono a casa. Le microspie piazzate dai carabinieri nell’auto hanno registrato le vessazioni cui è stata costretta Maria Concetta, lungo tutto il viaggio. Per ultimo, quando i genitori si sono convinti che la donna era ferma sulle sue decisioni, le proibirono di vedere i suoi figli. E questo, forse, potrebbe essere stata la causa che ha convinto Maria Concetta a togliersi la vita. Cetta era cugina di Giuseppina Pesce, altra pentita di ‘ndrangheta che ha fatto conoscere dall’interno le attività criminali della famiglia Pesce.


da: Corriere.it

 

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