Martedì 19 maggio 1992
Il dirigente siciliano del Msi-Dn Guido Lo Porto telefona a Paolo Borsellino cui è legato come amico e sonda la disponibilità del Magistrato per una possibile candidatura come Presidente della Repubblica affermando che l’idea viene dal segretario del Msi Gianfranco Fini. Borsellino rifiuta in modo cortese ma fermo la proposta. Giovedì 21 maggio 1992
Nel pomeriggio nella sua abitazione di via Cilea a Palermo Paolo Borsellino rilascia ai giornalisti francesi Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi un’intervista in cui menziona alcune delle “teste di ponte” della mafia al nord Italia. In particolare Borsellino cita il mafioso Vittorio Mangano e ricorda i suoi rapporti con Marcello
Dell’Utri e Silvio Berlusconi. Borsellino dice inoltre che a Palermo è in corso un’inchiesta aperta con il vecchio rito istruttorio che vede coinvolti Mangano Vittorio, Dell’Utri Marcello e Dell’Utri Alberto. Questa inchiesta, della quale Borsellino dice di non occuparsi personalmente (Borsellino ha la delega solo per Trapani ed Agrigento), dovrebbe concludersi entro ottobre dello stesso anno.
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stefanosales
- commento su Paolo Borsellino Presidente della Repu
|2012-06-13 13:02:20
La mia opinione è che candidare Paolo Borsellino come Presidente della Repubblica
fosse il modo migliore per interrompere e rendere impossibili le sue indagini,
in pratica riconoscergli i meriti, ma nello stesso tempo impedirgli di proseguire la sua attività investigativa della quale gli riconoscono il merito, e questo secondo me è un controsenso.
In pratica Paolo Borsellino era temibile
come magistrato, mentre non sarebbe stato più temibile come Presidente della Repubblica, poichè non avrebbe avuto la possibilità di proseguire le sue indagini.
Non mi risulta assolutamente che il Presidente della Repubblica possa svolgere attività investigativa.