Increase Font Size Option 6 Reset Font Size Option 6 Decrease Font Size Option 6
Home Documenti Verso via d'Amelio: 23 maggio - 19 luglio 1992: 57 giorni /5
Verso via d'Amelio: 23 maggio - 19 luglio 1992: 57 giorni /5 PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da redazione 19luglio1992.com   
Sabato 02 Giugno 2012 10:16
Domenica 31 maggio 1992
Borsellino, dopo essersi consultato con il suocero Angelo Piraino Leto, ex presidente del tribunale, con fama di insigne giurista, scrive una lettera privata al Ministro Scotti in cui rifiuta in modo cortese ma fermo la candidatura a superprocuratore nazionale antimafia. Lascia poi al Ministro la decisione se divulgare oppure no la notizia ed i contenuti della missiva:

Onorevole signor ministro,
mi consenta di rispondere all’invito da Lei inaspettatamente rivoltomi nel corso della riunione per la presentazione del libro di Pino Arlacchi. I sentimenti della lunga amicizia che mi hanno legato a Giovanni Falcone mi renderebbero massimamente afflittiva l’eventuale assunzione dell’ufficio al quale non avrei potuto aspirare se egli fosse rimasto in vita. La scomparsa di Giovanni Falcone mi ha reso destinatario di un dolore che mi impedisce, infatti, di rendermi beneficiario di effetti comunque riconducibili a tale luttuoso evento. Le motivazioni addotte da quanti sollecitano la mia candidatura alla Direzione nazionale antimafia mi lusingano, ma non possono tradursi in presunzioni che potrebbero essere contraddette da requisiti posseduti da altri aspiranti a detto ufficio, specialmente se fossero riaperti i termini del concorso. Molti valorosissimi colleghi, invero, non posero domanda perché ritennero Giovanni Falcone il naturale destinatario dell’incarico, ovvero si considerarono non legittimati a proporla per ragioni poi superate dal Consiglio superiore della magistratura. Per quanto a me attiene, le suesposte riflessioni, cui si accompagnano le affettuose insistenze di molti dei componenti del mio ufficio, mi inducono a continuare a Palermo la mia opera appena iniziata, in una procura della repubblica che è sicuramente quella più direttamente ed aspramente impegnata nelle indagini sulla criminalità mafiosa. Lascio ovviamente a Lei, onorevole signor ministro, ogni decisione relativa all’eventuale conoscenza da dare a terzi delle mie deliberazioni e di questa mia lettera.
RingraziandoLa sentitamente
Paolo E. Borsellino

La lettera rimarrà riservata. Scotti farà cenno al rifiuto di Borsellino solo dopo la strage di via D’Amelio in un’intervista al settimanale Panorama.

Lunedì 1 giugno 1992
Alla sera qualcuno suona al campanello della casa di Paolo Borsellino in via Cilea a Palermo. È una processione di carabinieri e poliziotti che vogliono chiedere al giudice una “raccomandazione” per essere annessi alla sua scorta. Ad aprire la porta di casa è Lucia, mentre Borsellino è ancora al lavoro in ufficio. Lucia fa accomodare tutti in salotto. Quando il giudice torna a casa ha però una reazione inaspettata: vede questi estranei in casa, chiama i familiari nella stanza più lontana e comincia a gridare contro di loro perché colpevoli di aver fatto entrare queste persone, non sopporta di vedere gente in casa, è stanchissimo. Solo dopo qualche minuto i familiari riescono a spiegargli il perché di quella inconsueta visita. Borsellino fa in tempo a bloccare il gruppo che, capita l’antifona, sta per andarsene. Il giudice chiede scusa e dà appuntamento per l’indomani in procura: “Parliamone lì ragazzi”, acconsente1.

Martedì 2 giugno 1992
All’indomani della strage di Capaci, per Borsellino è scattato il piano di protezione. In prefettura si studiano le abitudini del Magistrato e si scopre che durante la settimana ha tre appuntamenti fissi: il Palazzo di giustizia, la chiesa di Santa Luisa di Marillac e la visita all’anziana madre. Ma gli agenti di scorta sollecitano invano l’istituzione di una zona rimozione in via D’Amelio. E quella mattina di giugno, affacciata al balcone del quarto piano di via Mariano D’Amelio, Maria Lepanto, l’anziana madre del giudice Borsellino, si accorge di movimenti sospetti di “gente strana” nel giardino adiacente al palazzo. Con una telefonata avverte il figlio Paolo che invita la polizia a dare un’occhiata. All’alba del giorno dopo arriva sul posto una squadra di agenti guidati dal capo della mobile Arnaldo La Barbera. Scoprono alcuni cunicoli nascosti sotto il manto stradale con tracce di presenze recenti2.


1 Paolo Borsellino. Il valore di una vita, Umberto Lucentini, Mondadori, 1994
2 L’Agenda rossa di Paolo Borsellino, Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, Chiarelettere, 2007


Verso via d'Amelio: 23 maggio - 19 luglio 1992: 57 giorni
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4

Comments:

Commenti
Cerca RSS
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
stefanosales  - festa della Repubblica   |2012-06-02 15:10:49
La mia opinione è che oggi 02/06/2012
si dovrebbe ufficialmente rendere
onore
al ricordo delle persone che hanno veramente
difeso la Repubblica e i
nostri valori,
come il giudice Falcone, il giudice Borsellino, il giudice
Chinnici, Emanuele Basile, Ninni Cassarà e tutte le altre persone che hanno
difeso la legalità e
i nostri valori

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."