.......la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Il politico democristiano intercettato al telefono con Loris D'Ambrosio, consigliere di Napolitano, dopo l'interrogatorio del 2011 ai pm di Palermo. Indagato anche l'europarlamentare Udc Gargani
Un uomo solo. È come si definisce l’ex ministro Nicola Mancino parlando al telefono con il magistrato Loris D’Ambrosio, uno dei principali consiglieri di Giorgio Napolitano. Il 9 dicembre del 2011, dopo il suo interrogatorio davanti la procura di Palermo, Mancino è spaventato. Ancora non lo sa, ma i magistrati coordinati da Antonio Ingroia hanno messo sotto controllo il suo telefono. E registrano lo sfogo dell’ex ministro dell’Interno con D’Ambrosio. “Un uomo solo va protetto” dice Mancino, perché se questo uomo solo rimane tale “potrebbe chiamare in causa altre persone”.
Per cercare di mettere in collegamento le ricostruzioni dei vari esponenti politici dell’epoca gl’inquirenti avevano chiesto nei mesi scorsi un confronto tra l’ex guardasigilli Claudio Martelli e lo stesso Mancino. Colloquio che l’ex vicepresidente del Csm ha cercato in tutti i modi di evitare appellandosi segretamente ad un intervento diretto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alla fine però il confronto si è fatto ed è emersa un’insanabile discrepanza tra i racconti di Martelli e quelli di Mancino. Il nodo è rappresentato da un incontro tra i due ministri ai primi di luglio del 1992. L’ex numero due di Bettino Craxi ha raccontato che in quell’incontro si sarebbe lamentato per le attività non autorizzate del Ros. Secondo la procura palermitana, proprio in quei giorni il generale Mario Mori e il suo braccio destro Giuseppe De Donno incontravano in segreto don Vito Ciancimino.
Oltre all’ex guardasigilli, la procura di Palermo ha indagato nei giorni scorsi anche l’ex capo dell’amministrazione penitenziaria Adalberto Capriotti e l’esponente democristiano Giuseppe Gargani (l’interlocutore di Calogero Mannino nella conversazione sulla trattativa rivelata da Il Fatto Quotidiano). Secondo Martelli, quest’ultimo gli avrebbe confidato che “Scotti era stato sostituito perché all’interno della Democrazia cristiana c’era un evidente fastidio per l’azione antimafia svolta da Scotti”. Il posto di Scotti ai vertici del Viminale fu preso proprio da Mancino. Che nel marzo scorso telefonò personalmente al procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito. L’ermellino aveva appena chiesto le carte dell’indagine sulla strage di via d’Amelio alla procura di Caltanissetta, finendo su tutti i giornali. Mancino volle quindi complimentarsi di persona per quell’iniziativa “in favore dei politici”.
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stefanosales
|2012-06-15 23:18:30
La mia opinione è che il ministro Scotti
si fosse comportato molto bene nel suo ruolo
di Ministro dell'Interno, se è vero che è stato sostituito perchè la sua attività
"non risultava gradita"....non ci sono commenti!