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Mafia: Ingroia, da Napolitano riconoscimento lavoro pm PDF Stampa E-mail
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Scritto da Ansa   
Lunedì 25 Giugno 2012 09:43

Procuratore aggiunto Palermo, nel Paese c'e' clima ostile

Il presidente Napolitano alla festa della GdfIl procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia questa sera a Lamezia Terme ha sottolineato l'importanza "delle autorevoli parole del Capo dello Stato,nel riconoscere il ruolo delle indagini della magistratura" e sulla necessità "che si debba accertare tutta la verità" " Penso inoltre che si debba evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione" ha aggiunto Ingroia riferendosi alle recenti polemiche che hanno tentato di coinvolgere il presidente della Repubblica nella vicenda della presunta trattativa tra lo Stato e la mafia.

INGROIA,SE TRATTATIVA C'E' STATA HA ACCELERATO STRAGI - "Se fosse vero che c'é stata una trattativa Stato-mafia e che aveva una finalità strategica per l'arretramento della mafia, ha avuto un effetto controproducente di acceleratore di altre stragi". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, stasera a Lamezia Terme. "Questo - ha aggiunto - lo dicono i giudici di Firenze nella sentenza della strage del '93, nella quale definiscono scriteriata la trattativa perche' aver dato la sensazione di essere disponibili a trattare, ha convinto i mafiosi che la strategia delle bombe pagava. Se è così, si capisce perché nessuno è disponibile a farsi avanti per dirlo agli italiani".

INGROIA, INDAGINI SU TRATTATIVA SERIE E RIGOROSE - "La nostra indagine sulla trattativa Stato-Mafia, la cui validità dovrà essere verificata dai giudici, è seria, rigorosa e viene da anni di certosine acquisizioni e di riscontri". A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Il pm, al riguardo, ha sottolineato l'importanza di un'informazione corretta sulla vicenda che può anche essere utile "se, come fanno molti organi di stampa, viene riportata per quello che è". Ingroia ha anche lamentato che dell'inchiesta si dà un'immagine prevalentemente sbagliata da parte di molti organi di stampa, come se non fosse seria, non fosse rigorosa, ma fosse superficiale o addirittura fatta per esibizionismo o protagonismo politico".

INGROIA, TANTI TESTI ANCORA NELL'OMBRA - Con un'informazione corretta sull'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia è possibile che "alcuni testimoni che ancora oggi stanno nell'ombra potrebbero decidere di uscire da questa ombra e raccontare la verità". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. "Io penso - ha aggiunto - che ce ne sono tanti e molti anche nelle istituzioni o che hanno fatto parte delle istituzioni in quel periodo ancora buio dello stragismo e della trattativa Stato-mafia".

INGROIA, C'E' CLIMA OSTILE NEL PAESE  - "C'é un clima ostile nel Paese da parte di alcuni settori della politica e dell'informazione e credo che invece occorrerebbe unanimità di intenti". Lo ha detto Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, in merito alle polemiche sull'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. "Richiamandomi alle parole del Capo dello Stato ed a quelle - ha aggiunto - di alcune settimane fa anche dello stesso premier Monti, nelle quali mi ritrovo, la verità di quella stagione è la verità di cui abbiamo bisogno tutti ed a cui tutti devono dare un contributo. La magistratura con gli strumenti che ha per accertare la verità giudiziaria ed individuare eventuali responsabilità penali. La politica attivando tutti gli strumenti a disposizione per creare il clima più sereno possibile attorno alla magistratura e poi per accertare in sede politica eventuali responsabilità".

INGROIA,NON E' ARRIVATO NESSUN INTERVENTO CASSAZIONE - "A noi non è arrivato nessun intervento, né dalla Cassazione né da altri. Quindi nessuna pressione, nessuna interferenza". A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, a Lamezia Terme.

COLLE ATTACCA, CAMPAGNA SUL NULLA - E' stata costruita "una campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del presidente della Repubblica e dei suoi collaboratori: una campagna costruita sul nulla". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avvicinato dai giornalisti all'Aquila. Il Capo dello Stato ha spiegato con toni estremamente decisi che questa "campagna" è stata costruita "sul nulla". Cioé, ha spiegato, "si sono riempite pagine di quotidiani con le conversazioni telefoniche intercettate in ordine alle indagini giudiziarie in corso sugli anni delle più sanguinose stragi di mafia degli anni 1992-93". E, ha detto ancora, "sono state fatte interpretazioni arbitrarie e tendenziose, ci sono state talvolta persino versioni manipolate". Ma Napolitano ha voluto anche sottolineare che "coloro che sono intervenuti sulla vicenda, e stanno intervenendo, avendo una seria conoscenza del diritto e delle leggi, e dando una lettura obiettiva dei fatti, hanno ribadito l'assoluta correttezza del comportamento della presidenza della Repubblica". Un comportamento "ispirato soltanto a favorire la causa dell'accertamento della verità anche su quegli anni".

"Continuerò - perché è mio dovere ed è mia prerogativa - ad operare affinché vada avanti nel modo più corretto e più efficace, anche attraverso i necessari coordinamenti, l'azione della magistratura. I cittadini possono essere tranquilli che io terrò fede ai miei doveri costituzionali". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondendo, a L'Aquila, alle domande dei giornalisti sulla cosiddetta vicenda della trattativa Stato-mafia.  
In queste settimane sono comparse sui quotidiani anche "interpretazioni arbitrarie e tendenziose, talvolta persino versioni manipolate" che riferivano di atti di indagini giudiziarie sulle "più sanguinose stragi di mafia degli anni Novanta".

Quella della riforma delle norme sulle intercettazioni è "una scelta che spetta al Parlamento", ma è una questione che già da tempo andava "affrontata e risolta sulla base di un'intesa la più larga possibile". Ha affermato Napolitano.

"Ho reagito con serenità e la massima trasparenza" agli attacchi che hanno investito il Quirinale, ha garantito Napolitano spiegando che continerà "ad andare avanti nel modo più corretto ed efficace anche attraverso i necessari coordinamenti dell'azione della magistratura"."Tutti vogliamo rispettare il Capo dello Stato. Debbono però spiegare per quale ragione un personaggio politico che ha presieduto il Senato e il Csm tenti di fuorviare il confronto con dei testi". Con queste parole Antonio Di Pietro è tornato sulla vicenda delle telefonate di Nicola Mancino ai consulenti del Quirinale in un'intervista a Sky-Tg24. "Nessuno - ha proseguito Di Pietro - si deve sentire offeso: c'é invece la necessità di dare una mano agli inquirenti che stanno cercando la verità "

Da: Ansa.it

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