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Verso via d'Amelio: 23 maggio - 19 luglio 1992: 57 giorni /10 PDF Stampa E-mail
Documenti - Per non dimenticare
Scritto da redazione 19luglio1992.com   
Giovedì 28 Giugno 2012 17:43
Venerdì 26 giugno 1992
Dopo la denuncia della biblioteca, Paolo Borsellino si rituffa nelle indagini, che per l‟area ristretta delle sue competenze sono quelle delle cosche di Trapani ed Agrigento. “In quei giorni accade una cosa mai verificatasi a casa nostra - racconta Agnese Borsellino - Paolo non riesce a trovare il tempo per occuparsi della famiglia. Carte, solo carte. Finisce in ufficio e torna a casa con la borsa piena di documenti da leggere, telefonate da fare, appuntamenti da riordinare. Con me e con i figli parla solo di notte, quando tutti gli altri dormono. È diventato quasi una macchina. No, nessuno di noi gliene fa una colpa. Se trascura moglie e figli, ha motivi gravissimi, lo sappiamo bene. Si è reso conto, pur nella sua umiltà, che in quel momento è l‟unico ad avere la capacità e la volontà di lavorare con questi ritmi massacranti”. Lucia ricorda lo sforzo di mantenere alto il livello del suo impegno contro la mafia, nonostante i mille ostacoli messi sulla sua strada dal procuratore capo Giammanco. “Pur di continuare il suo lavoro è disposto ad accettare certi limiti che gli pone sempre più spesso Giammanco. Gli costa un sacrificio doppio sapere che per motivi gerarchici è tenuto a raccontare al suo superiore i passi delle sue indagini, senza però ricevere in cambio, ne è convinto, lo stesso flusso di informazioni. Capisce che gli vengono nascoste conoscenze acquisite dall‟ufficio, episodi che potrebbero interessarlo, anche fatti gravi”.*

Domenica 28 giugno 1992
Giuramento del nuovo governo Amato. Claudio Martelli e confermato alla Giustizia, Vincenzo Scotti viene nominato agli Esteri mentre Nicola Mancino al Viminale, Salvo Ando alla difesa.
Di ritorno da Bari, a Fiumicino, Borsellino con la moglie Agnese e Liliana Ferraro aspettano di imbarcarsi per Palermo nella saletta vip. Ad un tratto, arriva il ministro della difesa Salvo Ando, socialista, che lo saluta, gli si avvicina e gli dice che deve parlargli. Borsellino si allontana e si apparta con Ando, che subito gli racconta preoccupato dell.informativa del Ros, stavolta spedita alla procura di Palermo, che li indica entrambi come possibili bersagli di un attentato mafioso. Un terzo obiettivo indicato dal Ros e il PM di Milano Antonio Di Pietro. Ando gli chiede informazioni ulteriori, pareri, consigli. Borsellino impallidisce, poi va su tutte le furie: non ne sa nulla. E persino imbarazzato, ma deve confessare ad Ando di essere totalmente all.oscuro dell.informativa. Il procuratore Pietro Giammanco, destinatario ufficiale della nota riservata del Ros, non gli ha comunicato niente.*


* L’Agenda rossa di Paolo Borsellino, Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, Chiarelettere, 2007

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