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Quando la lotta diventa sogno PDF Stampa E-mail
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Scritto da Christina Pacella   
Venerdì 13 Luglio 2012 11:28

Da ambientalista a mio avviso se ne parla poco, troppo poco per essere “ un'azienda” che fattura 16,6 miliardi all'anno a dispetto di una crisi economica mondiale che ci sta mettendo, volutamente o meno, in ginocchio. Si arricchisce mentre distrugge l'Italia; una nazione rinomata a livello internazionale per le sue bellezze naturali, storiche e culturali.
Il termine è stato coniato da Legambiente. “ Ecomafia” sta ad indicare le attività legate alla criminalità ambientale. Tra esse troviamo i furti delle opere d'arte, gli incendi boschivi, gli illeciti legati al settore agroalimentare ed al patrimonio faunistisco. Ma il vero business permane nei settori del cemento e dei rifiuti. I dati dell'ultimo rapporto di Legambiente riportano 25,800 casi tra nuove costruzioni o grandi ristrutturazioni. I rifiuti gestiti illegalmente e sequestrati sono circa 346 mila tonnellate. Ho letto che “ è come se 13,848 enormi tir si snodassero in una fila lunga più di 188 chilometri”. Nel 2011 sono stati scoperti 33,817 reati ambientali; quasi 93 al giorno. Rispetto all'anno precedente le attività legate alle ecomafie sono aumentate del 9,7 %. Dall'inizio del 2012 sono 18 le amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose. E se qualcuno pensa che il “18” non comprenda alcun comune a nord del “Bel Paese” si sbaglia di grosso. Cito a questo proposito Bordighera e Ventimiglia in provincia di Imperia.

Ogni anno ci sconvolgiamo davanti a questi dati che, a parte qualche minima ed impercettibile controtendenza, aumentano indisturbati.
Allora qual è il primo passo necessario per debellare il fenomeno? Perchè anch'io come Giovanni Falcone credo con assoluta fermezza che la “mafia sia un fenomeno sociale”, e in quanto tale destinato a finire. Individuare e sostenere le persone giuste con la giusta integrità morale per portare avanti in maniera unitaria (politica e società civile) un adeguato progetto di lotta e di contrasto. Sembrerebbe un'impresa facile, scontata, vero? Ma nell'Italia di oggi questa è una missione impervida, prinicipalmente culturale il cui compito è quello di invertire e ripristinare una mentalità che ha reso la presenza delle mafie una normalità propedeutica al progresso della società. E non è forse questo l'obiettivo della criminalità organizzata e dei colletti bianchi che assistono e che in molti casi rendono possibile, sfruttando la propria posizione, l'attuazione dell'azione illecita? Questa è la radice marcia che va estirpata, la corruzione. Per fare ciò occorre dare al sistema giudiziario gli strumenti per agire. Questo è compito dello Stato, della Politica. Questo dobbiamo tenere a mente quando è tempo di elezioni. Il ruolo che invece compete alla società civile è quello di inserire tra i propri valori il rispetto della legge ed il sostegno incondizionato per chi lavora al suo interno in maniera coerente e onesta. Noi cittadini dobbiamo rispettare le regole e le persone chiamate a farle rispettare. Non perchè se non lo facciamo finiamo in galera, ma perchè nei nostri cuori sappiamo che è giusto. Le nostre mancanze non solo sottraggono la libertà individuale ma ledono la libertà collettiva spalancando la porta al progresso del sistema mafioso.
Quindi, tornando all'argomento di apertura sul tema delle ecomafie diciamo pure che ormai non basta più leggere dati, numeri e rimanere scioccati dall'esito sempre più nefasto in cui si traducono.
Dobbiamo fare quel passo in più che implica capire l'origine della malattia che ci sta togliendo la vita. Nessun telegiornale, nessun talk–show ci spiegherà i retroscena. Siamo noi che dobbiamo continuare ad informarci e ad informare utilizzando ogni mezzo che abbiamo a disposizione senza dimenticare che probabilmente, come diceva Paolo Borsellino: “ Non vedremo noi i frutti del nostro lavoro”. Nessuna aspettativa, nessun tornaconto personale semplicemente il sogno di lasciare una cultura sana ai nostri figli e nipoti. E chissà, forse, in un futuro non troppo lontano, da qualche parte della galassia riusciremo anche noi a vedere e gioire da lontano ma sempre insieme a chi potrà vivere su questa Terra nel ricordo orgoglioso dei propri antenati. A questo sogno io non rinuncio.

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