Martedì 14 luglio 1992
Giacomo Ubaldo Lauro, calabrese già appartenente alla 'ndrangheta rifugiatosi in un paese del Nord Europa, avverte il console italiano del luogo che si sta tramando un attentato a Palermo contro Borsellino. Comunicata a Roma l‟informazione il giorno stesso, essa verrà trasmessa a Palermo solo il 25 luglio, cinque giorni dopo la strage di Via D‟Amelio.*
Mercoledì 15 luglio 1992
Il palazzo di giustizia è quasi deserto. È il giorno della festa di Santa Rosalia. Borsellino incontra Ingroia che sta andando in ferie. Borsellino è silenziosamente contrariato, vorrebbe che il suo braccio destro restasse al suo fianco per proseguire il lavoro. Ma Ingroia ha già prenotato una casa per le vacanze e non può rinviare. Lo rassicura: si tratta comunque di una sola settimana da trascorrere al mare, a San Vito Lo Capo, a pochi chilometri da Palermo. Borsellino, che al mattino mantiene un atteggiamento di “silenzioso rimprovero”, il pomeriggio incontra di nuovo il Pm.
“Lo vidi sorridere per l‟ultima volta – racconta Ingroia – quando gli dissi che sarei rimasto fuori soltanto per il weekend, promettendogli che sarei tornato già in ufficio lunedì”. Borsellino si è rasserenato. Si alza, abbraccia Ingroia, lo saluta. Il Pm va via, ancora un po‟ dispiaciuto di lasciarlo solo in quel palazzo deserto.**
Giovedì 16 luglio 1992
Dall‟agenda grigia di Paolo Borsellino:
Ore 9.00 Roma (Dia)
Ore 13.30 De Gennaro
Un confidente dei carabinieri di Milano rivela che si sta preparando un attentato ad Antonio Di Pietro e a Paolo Borsellino. La fonte è ritenuta altamente attendibile ed il raggruppamento ROS di Milano invia un rapporto alla Procura di Milano ed a quella di Palermo. L‟informativa è inviata per posta ordinaria ed arriverà a Palermo dopo la strage di Via D‟Amelio. In seguito a questa notizia viene pesantemente rafforzata la scorta a Di Pietro ed alla sua famiglia, il PM milanese non dorme neppure a casa sua. Il maresciallo Cava del ROS di Milano tenta anche di mettersi in contatto diretto con la Procura palermitana ma senza risultato.**
Borsellino interroga Gaspare Mutolo. È l‟ultimo interrogatorio, dura parecchie ore. Il pentito accetta di verbalizzare le accuse su Contrada e Signorino. Ma oggi non si fa in tempo, se ne riparlerà lunedì prossimo. È tardi. Borsellino chiude il verbale senza neppure una parola, sempre più incupito. Saluta Mutolo, ed è l‟ultima volta che lo vede.**
* L’Europa dei padrini, Fabrizio Calvi, Mondadori, 1994
**L’Agenda rossa di Paolo Borsellino, Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, Chiarelettere, 2007