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Berlusconi perde la causa contro l´Economist PDF Stampa E-mail
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Scritto da Tribunale Civile di Milano   
Venerdì 05 Settembre 2008 17:26

IL TRIBUNALE CIVILE DI MILANO HA RIGETTATO LE DOMANDE AVANZATE DA SILVIO BERLUSCONI NEI CONFRONTI DELL'ECONOMIST

In allegato il testo integrale della sentenza del Tribunale Civile di Milano che ha rigettato le domande avanzate da Silvio Berlusconi nei confronti dell'Economist, dopo che questi aveva citato il settimanale britannico per diffamazione, a seguito di una famosa copertina   che, prima delle elezioni del 2001, titolava "Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy" (Perché Silvio Berlusconi non è adeguato a guidare l'Italia) e dell'articolo relativo. condannandolo alle spese legali ammontanti ad € 25.000,00 oltre IVA e C.P.A.




La copertina di The Economist del 26 aprile 2001

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Dossier Berlusconi[ ]06/09/2008 16:50
sentenzaeconomistberlusconi.pdf[ ]05/09/2008 17:29

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Massimo Amodio  - Informato il Quirinale della petizione.   |2008-09-05 21:11:07
OT desidero informarvi che pochi minuti or sono tramite posta elettronica
ho informato il Quirinale della petizione "Si
alle intercettazioni".

A seguire copio e incollo il testo di
quanto scritto.

Desidero informare l'Eccellenza Vostra che dall'8 giugno
2008 è online all'indirizzo www.firmiamo.it/sialleintercettazioni
una petizione come in oggetto di questo messaggio. La petizione avrà termine l'8 settembre 2008, e in ogni caso, anche dopo
il termine della petizione, qualora l'Eccellenza Vostra
fosse interessato a conoscere la lista dei firmatari, glieLa potrò
fornire previa Vostra richiesta.
Massimo Amodio  - Informato il Quirinale della petizione. (2)   |2008-09-05 21:12:08
La petizione in questione è all'Eccellenza Vostra rivolta in quanto figura
super partes, rappresentante di tutti gli italiani. I firmatari di questa
petizione concordano sulle seguenti affermazioni del Segretario dell'ANM Cascini
in chiusura del XXIX Congresso dell'Associazione "Le intercettazioni di
comunicazioni sono uno strumento investigativo indispensabile e irrinunciabile
per il contrasto delle forme più insidiose di criminalità. La criminalità
organizzata e il terrorismo certamente. Ma anche gli omicidi, i sequestri di
persona, il riciclaggio, la corruzione dei pubblici ufficiali, la criminalità
economica, l’usura, l’estorsione. Rinunciare per questi reati ad uno
strumento di indagine che spesso è l’unico praticabile significherebbe
ridurre fortemente l’azione di contrasto del crimine da parte delle forze
dell’ordine e della magistratura. Si tratta, però, di uno strumento
investigativo invasivo che, per la sua natura non selettiva, può introdurre nel
processo anche notizie e informazioni non rilevanti per le indagini e che
possono destare l’interesse degli strumenti di informazione. Noi riteniamo che
i fatti relativi alla vita privata degli indagati e, a maggior ragione, delle
persone estranee alle indagini, le cui conversazioni siano casualmente captate,
non possano e non debbano essere divulgati e pubblicati. Occorre prevedere una
selezione del materiale necessario per il processo e la eliminazione del
materiale che non serve. Su questo riteniamo sia necessario un intervento
normativo."
Massimo Amodio  - Informato il Quirinale della petizione. (3)   |2008-09-05 21:13:07
Dentro i limiti delle suddette considerazioni, i firmatari di questa
petizione si sono dichiarati favorevoli ad un intervento legislativo
del Governo e del Parlamento in favore di una più attenta tutela
della privatezza e in rispetto di un giudizio di innocenza che in uno Stato
moderno deve valere sugli indagati fino a sentenza definitiva. I
firmatari di questa petizione esprimono, al contempo, tuttavia, la loro
massima civile disapprovazione a qualunque intervento normativo del
Governo e del Parlamento che sottragga o limiti la possibilità per
i magistrati di avvalersi di questo strumento di indagine.

La
petizione è un'iniziativa di comuni cittadini, senza colore politico.
Nel momento in cui Le scrivo sono state verificate (con gli strumenti
automatici della piattaforma Firmiamo.it ed un paziente controllo manuale
dei cap e dei nominativi) 3872 firme di un totale che, senza cura di
verificare, avrebbe oltrepassato le 4000 firme.

Già così la petizione
si colloca fino ad oggi tra le più firmate in assoluto
sulla piattaforma suddetta, mentre una petizione esprimente una
opinione opposta, reperibile fino ad oggi
all'indirizzo www.firmiamo.it/noalleintercettazioni ha raccolto dal 12
giugno 2008 solo 3 firme.

Prego l'Eccelenza Vostra di inviare ogni risposta relativamente questa
iniziativa in difesa della legalità che non può essere disgiunta
dalla sicurezza del Paese anche all'Ing. Salvatore Borsellino e al
sito www.19luglio1992.com che, solo tra i siti di una certa autorevolezza,
si è speso fin dai primi giorni in sostegno della petizione.
Massimo Amodio  - Informato il Quirinale della petizione. (fine)   |2008-09-05 21:13:49
E' aspirazione dei firmatari della petizione aiutarLa con questa iniziativa
civica, limpidamente democratica, a valutare correttamente la sensibilità degli
italiani in materia di riforma della Giustizia allorquando si voglia limitare
l'uso delle intercettazioni da parte della magistratura che sono invece state
utili in molti casi anche recenti per scoprire o correttamente definire le
ipotesi di reato.

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