Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla.
Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Paolo Borsellino
Nella notte successiva alla sentenza degli abbreviati “Gotha-Pozzo 2” qualcuno ha collocato una corda-cappio davanti la porta del suo studio. Il legale: «Sono serenissimo e continuo a fare il mio lavoro, come ho sempre fatto negli ultimi 24 anni».
Tutto è accaduto nella notte della sentenza. Quando non erano passate nemmeno 24 ore dalle storiche condanne inflitte in abbreviato dal gup Salvatore Mastroeni a capi, gregari e fiancheggiatori della cupola mafiosa barcellonese, in tutto sedici imputati, un gruppo di vigliacchi ha pensato bene durante la notte tra il 31 ottobre e il 1. novembre di collocare una corda sistemata a mo’ di cappio davanti la porta della studio professionale di Barcellona dell’avvocato Tommaso Calderone, ovvero uno dei penalisti più preparati e in vista della città, nonché difensore da anni di molti esponenti della criminalità organizzata barcellonese, e impegnato nella difesa di imputati nei procedimenti “Pozzo” e Gotha”. Un segnale gravissimo e inquietante nelle ore immediatamente successive alla sentenza, che il legale ha scoperto la mattina del 1. novembre quando si è recato nel suo studio, in un appartamento di Palazzo Bellinvia. Pochi minuti è già c’erano sul posto i carabinieri della Compagnia di Barcellona, la vicenda è seguita dal procuratore di Barcellona Salvatore De Luca e una relazione di segnalazione è stata inviata anche alla Direzione distrettuale antimafia di Messina per le eventuali implicazioni del gesto, anche in tema di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.