Fino all’altroieri l’ex senatore ds Giovanni Pellegrino sosteneva sull’Unità che togliendo il 41-bis a 334 mafiosi nel 1993 Giovanni Conso fece cosa buona e giusta. Ora ha cambiato idea. Pur di dare torto alla Procura di Palermo, sostiene che l’accusa di falsa testimonianza a Conso e a Mancino è poco: “Colpisce la sproporzione tra i fatti accertati e le inadeguate conseguenze penali”. I due andrebbero accusati “di un reato proprio del loro ufficio”, cioè ministeriale. Basta leggere la memoria dei pm per capire che la Procura non considera reato la trattativa, e nemmeno la revoca dei 41-bis, ma le bugie raccontate in proposito alla magistratura. Ma a Pellegrino piacerebbe tanto che il processo finisse al Tribunale dei ministri, che a memoria d’uomo non ha mai rinviato a giudizio un ministro. Complimenti al giurista. E al “progressista”.