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Cronaca non giornalistica di un pomeriggio torinese PDF Stampa E-mail
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Scritto da Claudia Bertanza   
Domenica 20 Gennaio 2013 23:13

Questo non sarà un articolo di giornalismo, e forse su questo sito non c’entra molto, sarebbero (forse) parole più adatte a un blog personale.

Per quasi 4 ore (il viaggio di ritorno da Torino) ho pensato a cosa scrivere riguardo al dibattito torinese di ieri. Ho preso carta e penna, buttato giù delle idee e cancellato. Ho preso anche appunti, ieri pomeriggio, per fissare i concetti principali. Ma per me, AgendaRossa da più di tre anni, non è facile essere logica e razionale.
Antonino Di Matteo, Sonia Alfano e Salvatore Borsellino, intervistati da Umberto Lucentini hanno parlato di mafia, di trattativa e anche di politica, tema inevitabile vista la candidatura di Antonio Ingroia.
S’inizia con Ferdinando Domé, parente di vittima di mafia, che regala a Sonia Alfano una rosa bianca e già da lì si capisce che sarà una giornata emotivamente destabilizzante.

I relatori sono visibilmente emozionatie stanchi: Nino di Matteo commuove con il suo accorato ringraziamento alle Agende Rosse, Salvatore Borsellino si deve alzare perché “non riesco a parlare da seduto” dice sorridendo, Sonia Alfanosi chiede se questo Paese sia veramente pronto a consocere la verità. La risposta, purtroppo, non sembra essere positiva.

Il giudice si dice ottimista, fiducioso, cerca di consolare Sonia Alfano che sente di non avere più la forza di andare avanti, dopo vent’anni passati nei tribunali, alla ricerca della verità sull’omicidio di suo padre. Salvatore Borsellino come sempre tocca le corde del cuore dei presenti: “so” dice “che non conoscerò mai tutta la verità, ma mi basterebbe già conoscerne degli stralci”, ribadisce la sua totale fiducia nei giudici del pool di Palermo, alle prese con questo difficile processo sulla trattativa Stato-mafia.

Il pubblico assiste attento e partecipe alza le AgendeRosse al cielo, asciuga gli occhi: ci scambiamo commenti a bassa voce, battute per sdrammatizzare, interrompiamo gli interventi con applausi scroscianti. E’ una gioia vedere i relatori sorridere e alla fine vogliamo solo ringraziarli per tutto. Poi sono loro a ringraziare noi, sono loro quasi più emozionati. E, veramente, la logica e la razionalità non funzionano più, nemmeno se cerco di pensare da redattrice del sito.

Una brava giornalista avrebbe scritto di più, avrebbe trovato una grande chiusura di articolo, con parole sue. Ma io, che non sono giornalista, voglio chiudere con parole non mie.

Non pensate mai, non cedete mai alla tentazione di pensare anche per un solo momento che la vostra passione civile sia inutile o sia tradita. Per favore non lo pensate mai.” (Nino Di Matteo)


Claudia Bertanza (laspeziaoggi.it, 20 gennaio 2013)




 



 

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