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Mafia: i rapporti tra Mannino e Subranni entrano nel processo Mori PDF Stampa E-mail
Documenti - I mandanti occulti
Scritto da Adnkronos   
Martedì 29 Gennaio 2013 16:46

mannino-calogero-web29 gennaio 2013, Palermo. I rapporti che avrebbero legato l'ex ministro Calogero Mannino, l'ex capo del Ros Antonio Subranni e il maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli, ucciso nel '92 ad Agrigento entrano al processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995. Il Tribunale di Palermo, presieduto da Mario Fontana dopo una Camera di Consiglio di oltre un'ora ha accolto le richieste di prova avanzate questa mattina dal pm Antonino Di Matteo a inizio udienza. In particolare, il pm con i verbali prodotti vuole dimostrare l'esistenza di un ''asse tra Mannino, Subranni e Guazzelli''. Di Matteo ha prodotto, tra l'altro, i verbali degli interrogatori resi da Calogero Mannino il 1 marzo 1994 e da Antonio Subranni l'8 settembre 1995. Subranni, sentito dai pm nel '95 nell'ambito dell'inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell'ex ministro Mannino, che poi si concluse con la sua assoluzione definitiva ammise di avere avuto numerosi incontri con l'ex ministro nella sua segreteria politica a Roma. I due avrebbero parlato anche delle dichiarazioni del pentito Rosario Spatola che accusavano Mannino.

Subranni disse ancora che Mannino si sarebbe rivolto al Ros dei carabinieri affinchè fosse dimostrata l'infondatezza delle accuse a lui rivolte. Dell'argomento parlarono anche con il maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli. Il pm Di Matteo ritiene che l'interrogatorio di Subranni confermerebbe i rapporti tra i due e l'esistenza di un ''asse''. Mannino nel '92, soprattutto dopo l'uccisione dell'eurodeputato Dc Salvo Lima era terrorizzato per la sua incolumità perchè temeva di essere il prossimo obiettivo di Cosa nostra. Per la Procura sarebbe stato proprio Mannino a dare al Ros di Subranni l'input per avviare una trattativa con Cosa nostra per fermare la strategia stragista. Tra gli atti ammessi oggi c'è anche l'interrogatorio di Mannino del 1 marzo 1994 in cui l'ex ministro ammise davanti ai pm di essersi rivolto a Guazzelli per chiedergli di accertare se avesse 'armato' il pentito Rosario Spatola contro di lui. Nei giorni scorsi gli stessi atti sono stati depositati anche nel procedimento per la cosiddetta trattativa tra lo Stato e Cosa nostra.
Sempre nell'udienza di oggi il presidente Fontana ha ammesso anche altri atti chiesti dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Basilio Milio. Tra questi atti spiccano l'audizione dell'ex ministro Claudio Martelli dinanzi alla commissione parlamentare antimafia l'11 settembre 2012 in cui si parlò anche di 41 bis, ma anche le audizioni del pm Gabriele Chelazzi, deceduto tempo fa, dinanzi alla commissione parlamentare antimafia il 14 maggio 2002 e il 2 luglio 2002. E ancora, la relazione del 6 agosto 1993 che riguarda gli attentati di maggio e luglio 1993 prodotta dal gruppo di lavoro interforze che venne riunito presso i servizi segreti. Ammesso anche un documento anonimo di 8 pagine noto come 'Corvo 2' e circolato nel giugno 1992. E' stata invece esclusa la memoria della Procura di Palermo nell'ambito del procedimento della trattativa. Tra gli atti ammessi ci sono anche le sentenze, di primo e secondo grado e quella definitiva della strage di Capaci. L'udienza è stata rinviata al 15 marzo per l'inizio della requisitoria del pm Antonino Di Matteo che si protrarrà per almeno 3 udienze. La sentenza è prevista per metà giugno.

ADNKRONOS


da: AntimafiaDuemila.com

 

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