Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla.
Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Paolo Borsellino
di ANSA - 15 febbraio 2013
PALERMO, 15 FEB - I rapporti con i boss di Brancaccio Giuseppe e Filippo Graviano, l'acquisto del telecomando usato per fare saltare in aria l'autobomba usata per la strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta e i sopralluoghi organizzati in via d'Amelio prima dell'attentato: sono stati questi gli argomenti del lungo interrogatorio a cui e' stato sottoposto il pentito Fabio Tranchina imputato, in abbreviato, dell'eccidio insieme al collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza e a Salvatore Candura. Quest'ultimo e' accusato di calunnia: insieme ad altri tre falsi pentiti, sarebbe stato autore di un clamoroso depistaggio delle indagini costato l'ergastolo a 7 innocenti. Le posizioni di Spatuzza e Candura, che hanno scelto l'abbreviato le scorse settimane, sono state riunite a quella di Tranchina. L'udienza di oggi, celebrata dal gup di Caltanissetta Lirio Conti, si e' svolta a Milano. Tranchina, dopo il suo arresto avvenuto nel 2011, ha cominciato a collaborare con i magistrati: le sue dichiarazioni sulla fase preparatoria dell'attentato e sul coinvolgimento dei Graviano, riscontrano le parole di Spatuzza, l'ex boss che per primo ha riscritto la storia della strage e ha dato vita alla nuova inchiesta. Il processo e' stato rinviato al primo marzo per la requisitoria. Mercoledi' scorso il gip di Caltanissetta ha rinviato a giudizio per l'eccidio di via D'Amelio i boss Vittorio Tutino e Salvo Madonia e i falsi pentiti Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino.
ANSA
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