E' del 10 marzo la notizia che la Corte di Cassazione ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dai legali di Massimo Ciancimino contro la decisione del GIP palermitano Riccardo Ricciardi di distruggere, senza il contradditorio tra le parti, le intercettazioni telefoniche tra l'ex ministro Nicola Mancino e il capo dello Stato Giorgio Napolitano. I legali di Ciancimino si sono opposti alla distruzione per verificare se nelle intercettazioni vi siano elementi utili alla difesa del loro assistito. Ciancimino è stato rinviato a giudizio dal giudice Piergiorgio Morosini nel procedimento sulla trattativa Stato-mafia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e di calunnia.
Riteniamo che la decisione della Corte di Cassazione, dopo il decreto di rinvio a giudizio di Morosini, sia un'altra vittoria della Giustizia e di chi vuole vedere applicata, con i fatti e non solo a parole, la nostra Costituzione.
Il 18 aprile prossimo la sesta sezione penale della Cassazione si pronuncerà sul merito del ricorso e dovrà decidere se il diritto alla difesa di un imputato è ancora un principio costituzionale inviolabile e riconosciuto per tutti i cittadini italiani o se, quando c'è di mezzo il Presidente della Repubblica, l'applicazione di questo principio diventa facoltativa.
Auspichiamo che la sesta sezione si pronunci ritenendo irrinunciabili i principi sanciti dagli articoli 3, 24 e 111 della Costituzione Italiana.