E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
Non ci piacciono le provocazioni e cerchiamo di ribattere per quanto possa servire. Giuseppe Salvatore Riina da Padova, dove gli è stato consentito di vivere la sua vita, sfida rilasciando interviste al “Corriere del Veneto”, mentre in forte contraddizione spiega che la libertà è essere dimenticato.
Viva in pace il figlio del macellaio di via dei Georgofili, veneri il padre quanto gli pare, ma non dica pubblicamente, inviando messaggi, a tutti noi che suo padre gli ha insegnato i valori e la morale e per questo si sente onorato di essere figlio di un capo mafia, il “capo dei capi”.
Nella “morale e nei valori” di Salvatore Riina ci sta il massacro di bambini e ragazzi in via dei Georgofili la notte del 27 Maggio 1993.
La condanna a morte nel nostro Paese è finita negli anni 40. Salvatore Riina, colui che ai figli avrebbe insegnato valori e morale, ha emesso sentenze di morte di persone innocenti, almeno fino al 15 Gennaio 1993.
Diciamo quindi a Giuseppe Riina: 'Il silenzio è d’oro quando si vuole essere dimenticati'.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili