PALERMO, 23 APR - Poco prima di morire Paolo Borsellino rivelò ad alcuni colleghi che il pentito Gaspare Mutolo, fuori verbale, gli aveva anticipato l'intenzione di parlare dell'ex numero due del Sisde Bruno Contrada e del magistrato Domenico Signorino, poi morto suicida: lo ha raccontato Vittorio Teresi, allora pm a Palermo, ora aggiunto nella procura del capoluogo, deponendo al processo quater per la strage di via D'Amelio, in corso a Caltanissetta.
Imputati: i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino e i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci.
Teresi ha anche parlato dell'indagine dei carabinieri del Ros mafia-appalti, raccontando che a Giovanni Falcone sarebbe stata data solo una parte dell'informativa dei carabinieri sull'inchiesta. In particolare il rapporto finito nelle mani del magistrato, giunto in versione integrale, invece, all'allora procuratore Pietro Giammanco, sarebbe stato scremato dei riferimenti ai politici. Il magistrato ha anche riferito delle pressioni dell'ex boss Angelo Siino, poi pentito, sul maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli perché fossero attenuate le conseguenze giudiziarie dell'indagine mafia-appalti. Le reazioni del maresciallo, molto vicino al Ros e poi assassinato, furono di totale rifiuto e la sua risposta a Siino tanto violenta che l'ex capomafia ebbe un malore.
Sull'agenda rossa, il diario sul quale Borsellino appuntava riflessioni e pensieri, sparito dalla borsa ritrovata nell'auto del magistrato dopo l'attentato, Teresi ha chiarito di non avere fatto alcuna indagine. Il testimone ha negato di avere dato disposizioni all'allora capitano Giovanni Arcangioli, indagato e scagionato per la scomparsa dell'agenda.
Il processo è stato rinviato a lunedì prossimo, data in cui dovrebbe deporre Rita Borsellino, la sorella del magistrato assassinato.
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