.......la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta nei confronti del sottoufficiale dei carabinieri Saverio Masi. Questi sarebbe indagato, come atto dovuto, dopo la denuncia per calunnia e diffamazione presentata dagli ufficiali Giammarco Sottili e Francesco Gosciu, un tempo al vertice del Nucleo e poi del Reparto operativo dei carabinieri di Palermo e che lo stesso Masi ha accusato di avergli impedito di arrestare Matteo Messina Denaro. Allo stesso tempo i due ufficiali potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, ed anche in questo caso si tratterebbe di un atto dovuto.
Il mancato arresto di Messina Denaro risalirebbe al marzo 2004 quando Masi si trovava a Bagheria quando, all'interno di un'auto che gli aveva tagliato la strada, notò il boss di Castelverano. Il sottoufficiale dei carabinieri ha quindi raccontato di averlo seguito fino ad una villa dove il boss trapanese aveva un appuntamento con una donna. Dopo aver stilato una relazione di servizio il maresciallo avrebbe chiesto l'autorizzazione per proseguire con le indagini vedendosi però sbarrare la strada. I superiori gli avrebbero chiesto di cancellare dalla relazione l'identità del proprietario della villa e quella della donna ed è per questo motivo che verrebbero indagati.