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Papa Bergoglio scomunica gli 'ndranghetisti. E adesso? PDF Stampa E-mail
Rubriche - Le vostre lettere
Scritto da Alessandra Pappaterra   
Domenica 22 Giugno 2014 11:19
di Alessandra  Pappaterra - 21 giugno 2014
 
Ecco la mia modesta opinione sulla reazione del web in merito alla visita del Santo Padre oggi 21 giu. 14 nella nostra Calabria ed in particolar modo a Cassano allo Jonio (in provincia di Cosenza).
Da sostenitrice del movimento delle Agende Rosse non comprendo la febbrile voglia di ammonimento alle cosche e l’ostinata insistenza a ribadire che, come meta della visita tanto attesa, sia stata scelta una località dell’alto Jonio che vive “in odor di mafia”. 
Ben conosco, come tutti, e come anche i più taciturni per consuetudine, quale sia la triste realtà della mia terra.   
Mi sorge perciò spontaneo un quesito: quanto è importante per voi un messaggio di ammonimento contro la criminalità organizzata da parte di un’autorità che rappresenta il vicario di Cristo in terra?
È concretamente necessario e soprattutto fruttifero per un reale cambiamento delle ideologie negative e anti-sociali radicate nella mentalità calabrese ormai da troppo tempo?
 
Ciò che la gente oggi pretende è un remake del grido del compianto papa Giovanni Paolo II, che nel 1993 durante una celebrazione tenutasi in provincia di Agrigento presso la Valle dei Templi ha declamato con furore un pesante anatema contro la mafia. Parole dure e spontaneamente gridate dopo anni e anni di spargimento di sangue e dopo la (ormai) fantomatica trattativa Stato-Mafia e di tutte quelle morti celebri che non starò qui a ricordare invano.
 
Cosa si aspettano le vostre coscienze, nel caso in cui anche Papa Francesco vomitasse una pesante invettiva contro il nostro male di vivere?
 
Forse un riconoscimento finale, un’ufficializzazione morale dell’esistenza della ‘ndrangheta, perché il pontefice ne ha parlato e di conseguenza la notizia di loschi malaffari e silenzi è arrivata fino ai “piani alti”?
Una “conversione” sociale dettata dall’intermediario divino per eccellenza?
Una lotta alla mafia istantanea e repentina? Se fosse bastato sempre e solo l’appello dalla soglia pontificia penso che ci saremmo risparmiati centinaia di processi e gran parte della storia buia della Repubblica italiana dagli anni 70 ai giorni nostri.
 
Se avvertite in voi quella colpevole indifferenza non avete bisogno di un portavoce istituzionale, bastate semplicemente voi, ma a quanto pare la burocrazia delle vostre coscienze è ancora troppo impelagata e stratificata e non volete coinvolgervi in prima persona e tutto ciò per un solo ed unico motivo: avete ancora paura.
 
Ebbene, mentre scrivevo queste righe ho appreso che si è con concretizzato il vostro più grande desiderio, come ho avuto modo di leggere qui. Saranno sorti spontanei parallelismi tra la furia e la grinta del messaggio esposto all’epoca dal compianto comunicatore Papa Giovanni Paolo II durante la visita alla Valle dei Templi ,e la lettura scandita e tranquilla di Bergoglio, che col suo simpatico accento argentino ha retoricamente ricordato che la ‘ndrangheta è “adorazione del male” e quindi chi l’accoglie è scomunicato davanti al regno di Dio.
 
 
La mia delusione personale scaturisce dall’epifania mancata di questo messaggio, perché è settorializzato alla sfera della fede, non fa riferimento a ciò che ha generato ogni cosca e ogni tipologia di organizzazione di criminalità organizzata: la società. Non serve a nulla cercare un conforto che non riesca anche a parlare alle coscienze civili. Ogni percorso spirituale è essenzialmente individuale e non sempre riesce ad intersecarsi con la vita pubblica, che è quella che ci identifica e ci presenta alla fine di ogni giornata il suo conto salatissimo.
Se è necessario spendere qualche frase retorica contro la mafia, preferisco di conseguenza prendere in considerazione solamente chi comunica o lo fece in passato in nome di diritti inalienabili e antropocentrici .
Io credo che un giorno, e purtroppo molto lontano, la mafia si estinguerà, ma non per concessione divina; i meriti non toccheranno ad alcuna “Gerusalemme celeste”, e semplicemente perché  come diceva Giovanni Falcone:
 
“La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”.


da: : http://antecritica.blogspot.it/2014/06/papa-bergoglio-scomunica-gli.html

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