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Il Csm va in ferie,
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Scritto da Marco Travaglio   
Martedì 26 Agosto 2014 15:31
di Marco Travaglio - 21 agosto 2014

Grazie al Parlamento bloccato su riforme inutili e dannose come il nuovo Senato e l’Italicum, due organi costituzionali come la Consulta e il Csm sono monchi da quasi due mesi. La prima, dopo l’uscita a fine giugno dei giudici Mazzella e Silvestri, attende che le Camere si decidano a eleggere i due sostituti, ma i partiti non trovano l’accordo e han già prodotto sette fumate nere (il che forse è addirittura un bene, visto che i candidati Violante, Ghedini, Bruno, La Russa e Catricalà sono tutti ex legislatori in conflitto d’interessi, visto che andrebbero a giudicare le leggi da essi stessi votate o volute).

Il Csm è scaduto in blocco il 7 luglio, quando i magistrati hanno eletto i 14 membri togati, ma quello nuovo non può insediarsi perché il Parlamento non si decide a eleggere gli otto laici (quattro votazioni a vuoto). E così - mai accaduto prima - il presidente Napolitano ha prorogato quello vecchio fino all’11 settembre, sperando che intanto lorsignori trovino la quadra. Non è questione da poco, perché Palazzo dei Marescialli deve nominare i capi di ben 252 uffici giudiziari, anche grazie all’idea geniale del governo Renzi di anticipare l’età pensionabile dei magistrati da 75 a 70 anni. Un’ecatombe. Ma, nonostante il superlavoro che l’attende, Palazzo dei Marescialli ha chiuso regolarmente per ferie, a parte una seduta straordinaria per processare Antonio Esposito, perseguitato da un anno a causa dell’intervista (manipolata) rilasciata al “Mattino” dopo la condanna di Berlusconi al processo Mediaset.

IN COMPENSO IL PLENUM era pronto a nominare il nuovo procuratore di Palermo al posto di Francesco Messineo, scaduto il 31 luglio: favoritissimo Guido Lo Forte, che in commissione si era imposto con tre voti sui rivali Sergio Lari e Franco Lo Voi (un voto a testa). Ma un’irrituale lettera del segretario del Quirinale Donato Marra ha bloccato la nomina, imponendo - mai accaduto prima - di dare la precedenza ad altre 25 poltrone vacanti: cioè di seguire - per la prima volta nella storia - l’ordine cronologico, cominciando dall’imprescindibile Tribunale dei minori di Caltanissetta. Il fatto che Marra abbia appena testimoniato al processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia, dov’è convocato anche il capo dello Stato, è naturalmente una coincidenza.

MA DIVERSI GIORNALI hanno registrato le voci che vogliono il Colle ostile a Lo Forte e favorevole a Lo Voi, reduce da Eurojust su nomina del governo Berlusconi e sponsorizzato anche dal presidente del Senato Grasso e dal procuratore di Roma Pignatone. Siccome Lo Forte è della corrente centrista Unicost, uscita perdente dalle elezioni per i nuovi togati a vantaggio dei conservatori di Magistratura Indipendente, i suoi nemici sperano che il rinvio della nomina al nuovo Csm favorisca Lo Voi (Mi) o Lari (Area). Il paradosso è che il Quirinale, così come Renzi, non fa che lanciare moniti contro le logiche correntizie. E ora Marra mette nero su bianco che “l’ordine cronologico” è “consigliato dall’opportunità di evitare scelte riferibili a una composizione del Csm diversa da quello che sta per insediarsi”. Cioè di rispettare le logiche correntizie. Come se il capo della Procura più cruciale d’Italia dovesse essere scelto non in base al curriculum, ma all’etichetta. Lo Forte, classe 1948, ha retto accanto a Caselli il pool antimafia negli anni roventi del dopo-stragi, poi ha guidato la Procura di Messina. Lari, suo coetaneo, guida la Procura di Caltanissetta. Lo Voi, di 9 anni più giovane, non ha mai diretto un ufficio giudiziario. Non occorrono tessere o bandierine per decidere chi sia il più esperto.

Intanto la Dia, nella relazione del 4 agosto, avverte che Cosa nostra, dismessa la strategia provenzaniana della “sommersione”, è pronta a colpire con una nuova stagione di “scontro” dopo i 22 anni di Pax Mafiosa seguiti proprio alla Trattativa. Lo dimostra la “scomposta deriva intimidatoria” contro alcuni magistrati, in primis quelli che indagano sul patto Stato-mafia. Questo allarme dovrebbe accelerare la nomina del nuovo procuratore di Palermo. A meno che non si ricominci a trattare. E sempreché si sia mai smesso di farlo.


Marco Travaglio (L'Espresso, 21 agosto 2014)



La replica di Donato Marra

Egregio Direttore,

in merito alla rubrica di Marco Travaglio comparsa sul numero 34 del 28 agosto 2014 de “L’Espresso”, che contiene alcuni dati gravemente inesatti, si precisa quanto segue:
Il Consiglio Superiore della Magistratura ancora in carica si è insediato il 31 luglio 2010 sicché, in base all’art. 104 della Costituzione, esso sarebbe scaduto il 31 luglio 2014 e non il 7 luglio 2014, come invece sostenuto nella rubrica.
Contrariamente a quanto scritto, il Presidente della Repubblica non ha adottato alcun provvedimento di proroga dell’attuale Consiglio fino all’11 settembre 2014. Ciò in quanto è l’articolo 30 della legge n. 195 del 1958 a stabilire che, allorché non si provveda all’elezione dei nuovi componenti entro il termine della scadenza quadriennale previsto dalla Costituzione, il CSM in carica è prorogato in via automatica (cioè senza l’intervento di alcun provvedimento del suo Presidente) sino all’insediamento del nuovo Consiglio. Come è noto – nonostante le sollecitazioni del Presidente Napolitano – il Parlamento non ha provveduto in tempo utile all’elezione dei componenti di sua spettanza.


1. La prorogatio automatica del CSM – contrariamente a quanto ancora sostenuto nella rubrica – non è, peraltro, un evento “mai accaduto prima”. Nella storia repubblicana si annoverano ben sette casi di protrazione per diversi mesi delle funzioni del Consiglio oltre la sua naturale scadenza, a causa della non tempestiva elezione dei nuovi componenti (addirittura in un caso intervenne una proroga con il decreto legge n. 394 del 1985).


2. Inoltre, occorre precisare che la lettera richiamata nella rubrica, da me inviata il 18 luglio 2014, per conto del Presidente della Repubblica, al Vice Presidente del CSM, aveva l’unico scopo di invitare i componenti del CSM uscente a seguire un criterio di logica sequenza temporale nell’assegnazione degli incarichi direttivi scoperti. L’invito, peraltro non nuovo nei suoi principi ispiratori, traeva origine dal fatto che molti incarichi direttivi (anche di primaria importanza nazionale) risultavano vacanti da troppo tempo e quindi, al fine di evitare possibili strumentalizzazioni sulle modalità di scelta dei posti da assegnare, si invitava il CSM a seguire un criterio obiettivo nelle procedure di conferimento degli uffici direttivi.


3. È, infine, frutto della pura fantasia del giornalista l’affermazione secondo cui la Presidenza della Repubblica avrebbe maturato una preferenza per un candidato in ordine all’assegnazione dell’incarico di Procuratore della Repubblica di Palermo. Tale delicato incarico sarà, infatti, conferito dal CSM in virtù del principio di maggioranza che regola le decisioni dell’organo collegiale preposto al governo autonomo della magistratura.



Donato Marra, Segretario generale della Presidenza della Repubblica (22 agosto 2014)





Risponde Marco Travaglio


Contrariamente a quanto afferma il segretario Marra, il mio articolo non contiene alcun dato gravemente inesatto. I punti contestati sono notizie pubblicate dall’Ansa e dai giornali fra luglio e agosto, senza che il solerte Marra si prendesse la briga di smentirli. Evidentemente legge solo l’Espresso: evviva.

1. Quanto al comunicato del Quirinale sulla proroga del vecchio Csm, che è un automatismo previsto dalla legge (né mai ho scritto il contrario), ecco l’Ansa del 31 luglio, ripresa dai quotidiani: “Camere non eleggono laici, Quirinale proroga vecchio Csm”. Nessuna smentita dal Colle.

2. La stessa Ansa, mai smentita, anzi ripresa dai maggiori quotidiani, mai smentiti, aggiungeva: “Non era mai accaduto che il Parlamento non riuscisse a eleggere in tempo utile gli otto membri laici del Csm prima della scadenza del vecchio Consiglio”.

3. Procura di Palermo: è un fatto incontestabile che il nuovo procuratore capo era stato designato, nella persona di Guido Lo Forte, dalla commissione Incarichi direttivi e dunque, previo concerto del ministro, il Plenum era pronto alla votazione finale. Che però è stata bloccata dalla lettera – senza precedenti – di Marra, che raccomandava di seguire l’ordine cronologico sui posti da riempire – principio mai seguito prima – e dunque di dare la precedenza a quelli vacanti da più tempo. La diversa e costante prassi del Csm, ma soprattutto la circostanza che proprio Marra aveva appena deposto come teste a Palermo al processo Trattativa (dov’è stato convocato anche Napolitano) avrebbero dovuto dissuadere il Quirinale da un simile intervento a gamba tesa proprio sul concorso per il procuratore di Palermo. Non si vede quale “grave inesattezza” costituisca ricordare criticamente questo fatto. E collegarlo alla voce che circola a Palazzo dei Marescialli: quella cioè che il Colle non gradisca Lo Forte e preferisca uno dei due candidati sconfitti in commissione, Lo Voi o Lari. In ogni caso prendiamo per buona questa parte della smentita. Per rafforzarla, Marra potrebbe scrivere un’altra letterina al Csm prorogato per sollecitare l’immediata nomina del nuovo procuratore di Palermo, vacante dal 1° agosto a causa della sua letterina precedente. Il che, Marra ne converrà, è un pessimo segnale per la lotta alla mafia.


Marco Travaglio (22 agosto 2014)








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