di Marta Gentilucci e Noemi La Barbera - 9 dicembre 2014
“Non c’è la volontà di proteggere Di Matteo”, così
Salvatore Borsellino commenta i ritardi nell’arrivo del bomb-jammer in dotazione alla scorta del pm della trattativa Stato-mafia, e le promesse più volte ripetute ma mai mantenute dal
ministro Alfano. “Contesto la pericolosità di questo dispositivo che molti sostengono per spiegare l’atteggiamento attendista del
Viminale. Il
jammer è già utilizzato dalle scorte di
Obama e Putin.
Alfano dice che può essere utilizzato solo in zone di guerra, io faccio un’amara riflessione: è evidente che
Alfano non considera la Sicilia una zona dove lo Stato è in guerra con la mafia, perché le istituzioni purtroppo con la mafia fanno trattative”. Purtroppo questo della trattativa – conclude
Borsellino – è uno dei fili ad alta tensione che quando qualcuno cerca di toccarli viene fulminato”.
di Marta Gentilucci e Noemi La Barbera (www.loraquotidiano.it)