Increase Font Size Option 6 Reset Font Size Option 6 Decrease Font Size Option 6
Home Documenti Mario Francese, il cronista “esagerato” che solo una pistola riuscì a far tacere
Mario Francese, il cronista “esagerato” che solo una pistola riuscì a far tacere PDF Stampa E-mail
Documenti - Altri documenti
Scritto da Marta Gentilucci e Noemi La Barbera   
Lunedì 26 Gennaio 2015 11:40
di Marta Gentilucci e Noemi La Barbera - 26 gennaio 2015

Aveva scritto un dossier sul clan dei Corleonesi e stava continuando ad approfondire il piano d’attacco di questa “mafia nuova”, una mafia di cui ancora a Palermo si sapeva poco. Non gli fu permesso. Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, venne ucciso sotto casa, in viale Campania, la sera del 26 gennaio del ’79. Freddato alle spalle da quattro colpi di pistola.

In occasione del trentaseiesimo anniversario della sua morte, il figlio Giulio Francese, anche lui giornalista, lo ricorda con lucidità, ricostruendo il contesto nel quale maturò a Palermo l’omicidio di un giornalista scomodo. Coincidenza spietata: fu proprio Giulio, giornalista alle prime armi al Diario, a prendere la segnalazione di un omicidio in viale Campania. L’omicidio di suo padre. L’altro figlio, Giuseppe, sentì invece gli spari in diretta, da casa. Si sarebbe suicidato un anno dopo la conclusione del processo, nel 2002, a trentasei anni.

Stamane alle 9,30 a Palermo il gruppo siciliano dell’Unione nazionale cronisti (Unci) commemora Francese in viale Campania, accanto alla lapide che ricorda il cronista. All’iniziativa interverranno la vedova del cronista, signora Maria, e i figli Fabio e Massimo. Hanno assicurato la partecipazione il sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Francesca Cannizzo e i vertici delle forze dell’ordine. Saranno presenti anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, i vertici dell’Assostampa e il gruppo dirigente dell’Unione cronisti siciliana.

Le condanne di primo grado per i colpevoli delitto di Mario Francese giunsero solo ventidue anni dopo, nell’aprile del 2001. Trent’anni a Totò Riina, Francesco Madonia, Antonino Geraci, Giuseppe Farinella, Michele Greco, Leoluca Bagarella e Giuseppe Calò. Nel processo bis, con rito ordinario, fu condannato anche Bernardo Provenzano con pena all’ergastolo.
Nel 2003, in Cassazione, vennero assolti Pippo Calò, Antonino Geraci e Giuseppe Farinella “per non avere commesso il fatto” e confermati i trent’anni al capo dei Corleonesi, a Bagarella, Ganci, Madonia e Greco.

Ma “sono ancora molte le zone d’ombra” – racconta Giulio – Quel dossier che il padre stava scrivendo e che fu pubblicato solo postumo, ad esempio. “Mio padre aveva il sospetto che qualcuno lo avesse portato all’esterno del Giornale. Per questo l’aveva preso e conservato a casa. Era preoccupato”. Anche per il clima interno che si respirava al Giornale di Sicilia, di certo non sereno: l’incendio della villa di Lucio Galluzzo, le fiamme all’auto del direttore Lino Rizzi. “L’omicidio di mio padre fu come l’epilogo di un’escalation”.

Il ricordo più bello del padre è però legato proprio a quell’ultimo periodo. “Ricordo le mattine, le discussioni professionali, mentre leggevamo i giornali. Avevo da poco iniziato a fare il giornalista anch’io ed eravamo tutti i giorni fianco a fianco. Paradossalmente le ultime settimane della sua vita furono quelle più felici”. Ora Giulio, a distanza di quasi quarant’anni, parla del padre con più distacco ma con la stessa, immutata, stima. Ne parla come di un “battitore libero, un vulcano di idee, un giornalista appassionato e con il dono del dialogo”. Come di uno considerato, anche nel suo ambiente professionale, “esagerato”.

Per ricordarlo, oggi a Siracusa a Mario Francese viene intitolato un giardino botanico di circa 3mila metri con più di 4o specie di piante realizzato accanto a Casina Cuti, in piena zona archeologica. Così, finalmente, a 36 anni dalla sua uccisione, l’amministrazione comunale, per decisione del sindaco Giancarlo Garozzo, ha posto fine alla dimenticanza della città natale del giornalista.

Di seguito, pubblichiamo lo stralcio della sentenza della Corte d’Assise di Palermo, presieduta da Giancarlo Trizzino, che il 22 maggio 2002 condanna il boss Bernardo Provenzano come mandante dell’omicidio Francese: il capitolo scelto riguarda il contesto di escalation di minacce e intimidazioni all’interno del Giornale di Sicilia dove, nel ’77, il direttore Lino Rizzi e il caporedattore Lucio Galluzzo avevano impresso una linea editoriale nuova e più aggressiva nei confronti di Cosa nostra, in aperta rottura con la tradizione ”garantista” del quotidiano. Francese era il cronista di giudiziaria che lavorava in sintonia con il nuovo corso.


Marta Gentilucci e Noemi La Barbera (loraquotidiano.it)













 

Comments:

Commenti
Cerca RSS
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."