Increase Font Size Option 6 Reset Font Size Option 6 Decrease Font Size Option 6
Home Documenti ’Ndrangheta, Bombardieri: 'In Calabria situazione grave, siamo pochi e senza mezzi'
’Ndrangheta, Bombardieri: 'In Calabria situazione grave, siamo pochi e senza mezzi' PDF Stampa E-mail
Documenti - Altri documenti
Scritto da Niccolò Zancan   
Martedì 17 Marzo 2015 22:39
di Niccolò Zancan - 17 marzo 2015

«Se ho deciso di parlare pubblicamente, è perché la situazione è grave. Siamo in pochi. Troppo pochi. Non riusciamo a far fronte alla mole di impegni. C’è sconforto. Un giovane collega è andato via scusandosi: «Non ce la faccio». Si dice sempre che la ‘ndrangheta sia il pericolo numero uno, ma poi nel concreto...». La Calabria è in guerra. Gli ultimi dati del Ministero dell’Interno sono impressionanti: 160 organizzazioni criminali si spartiscono gli affari, 4.389 affiliati, divisi a metà fra il distretto di Catanzaro e quello di Reggio Calabria. La ‘ndrangheta affonda le sue radici qui, ma fiorisce nel Nord Italia. Eppure, gli strumenti per affrontare «la situazione» sono ridotti ai minimi termini. Giovanni Bombardieri dal 2012 è procuratore aggiunto della divisione distrettuale antimafia di Catanzaro. E’ lui che coordina l’inchiesta sull’assassinio di Cocò Campolongo, un bambino di 3 anni giustiziato con un colpo di pistola alla testa assieme al nonno, in una campagna di Cassano allo Ionio. 

Procuratore, può spiegare perché la situazione è «grave»? 
«Faccio un esempio: domani ci sono contemporaneamente sette udienze dibattimentali a Castrovillari, Crotone, Vibo Valentia, Catanzaro, Lamezia, Cosenza e Paola. E noi in quanti siamo?». 

Quanti? 
«Cinque». 

Come mai? 
«Per diventare un magistrato antimafia servono almeno quattro anni di servizio. Tutti i giovani sostituti procuratori che arrivano qui per graduatoria, dopo tre anni chiedono il trasferimento ad altra sede». 

Cosa fa il Consiglio superiore della magistratura? 
«Ci ha dato la possibilità di avere tre posti in applicazione - diciamo, tre rinforzi - ma nessuno ha ancora fatto domanda. Evidentemente Catanzaro non è appetibile».

Qual è la classifica delle procure meno ambite? 
«Storicamente: Locri, Gela, Crotone e Catanzaro». 

Perché nessuno vuole lavorare nel vostro distretto? 
«Perché è un circolo vizioso. Si lavoro troppo, si lavora male. Al giovane collega arrivato in procura il 12 gennaio, sono stati assegnati 1100 fascicoli a carico di persone note e 770 a carico di ignoti. Quasi 2 mila inchieste sulle spalle di un solo magistrato. Questo è l’impegno. Capisco che non tutti siano contenti...». 

Dunque, torniamo a domani: cinque procuratori antimafia per sette dibattimenti. Cosa farete? 
«Dobbiamo scegliere. L’altro giorno, un collega è mancato a Vibo Valentia a un processo per concorso esterno in associazione mafiosa, per non perdere la discussione di un omicidio in Corte d’Assisi a Catanzaro». 

Altri problemi pratici? 
«Mancano i cancellieri. Manca la carta per le fotocopie. Mancano gli uffici. Magistrati sotto tutela viaggiano su vecchie auto con oltre 200 mila chilometri. Tutto il sistema giudiziario è sotto dimensionato. Ripeto: siamo troppo pochi. E in questo girare continuamente da una parte all’altra, non c’è tempo neppure di studiare i fascicoli, se non durante le udienze».

Cosa pensa delle critiche del premier Renzi sulle ferie dei magistrati? 
«Non voglio entrare in polemica». 

Quante vacanze ha fatto? 
«Ad agosto 5 giorni. Ho ancora quasi tutte quelle del 2013 e del 2014. Ma non è questo il punto…». 

Qual è? 
«Non riusciamo a mettere in atto un’azione di contrasto continuato contro la ‘ndrangheta. Proprio quello che servirebbe». 

Riuscirete ad arrestare l’assassino di Cocò? 

«Ne sono convinto. Lo sforzo è massimo. Ma è l’ordinario che ne risente. Quando un cittadino denuncia un’estorsione avrebbe bisogno di risposte rapide. Ma se passano due anni, ecco dove nasce la sfiducia nello Stato». 


Niccolò Zancan (La Stampa)







Comments:

Commenti
Cerca RSS
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!

3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."