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Le carte che svelano la nuova super loggia massonica? PDF Stampa E-mail
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Scritto da Nicola Piccenna   
Venerdì 05 Dicembre 2008 19:13
Cosa c’è in quelle carte che vengono difese così strenuamente da alcuni magistrati e ricercate altrettanto decisamente da altri?

Le carte che svelano la nuova super loggia massonica?

di Nicola Piccenna - 5 dicembre 2008


Si tratta dell’indagine Why Not, delegata al Dr. Luigi De Magistris e che, a detta del magistrato ex-catanzarese, scopriva gli scenari di una nuova (vecchia nei contenuti, nei nomi e nei metodi) massoneria. Il termine non è necessariamente riferibile alle associazioni di “liberi muratori” ma assume piuttosto i contorni di una congrega di personaggi legati da un forte vincolo solidaristico ed impegnati non sempre in opere di carità. Nelle “carte” di Why Not c’è qualcosa di temuto, qualcosa temuto da molti, al punto da travalicare le regole, le leggi ed i codici pur di appropriarsene.

Lo ha fatto per primo il Procuratore Generale (facente funzioni) Dolcino Favi. Disponendo un’avocazione “illegale ed illegittima” (come disse De Magistris e confermano oggi dalla Procura di Salerno altri tre magistrati) costrinse la segretaria (ex, perché ha voluto cambiare lavoro) del Dr. De Magistris ad aprire la cassaforte del magistrato e prelevò tutti gli atti d’indagine in assenza del titolare dell’inchiesta. Furto con destrezza, si potrebbe definire scherzandoci su. Oppure con rozzezza, se diventassimo seri. Il ricorso del Dr. De Magistris venne ritenuto irricevibile (o qualcosa del genere). Poi, il “vero” Procuratore Generale rifiutò di esibire quegli atti (Why Not) alla Procura di Salerno che ne aveva fatto richiesta. Altra anomalia, altro ostacolo all’esame dello scottante fascicolo.

Ed eccoci ai giorni nostri. Salerno dispone il sequestro dell’intera inchiesta “Why Not” e i magistrati di Catanzaro, indagati proprio per la gestione di quel fascicolo, emettono un mandato di “contro-sequestro”. Gli indagati che sottraggono le prove a loro carico usando dei poteri messi nelle loro mani dallo Stato. Si può immaginare qualcosa di più eversivo? Deve trattarsi di carte molto compromettenti, forse ancor più di quanto lo stesso De Magistris avesse capito. Lo dimostrano gli interventi delle massime autorità dello stato e degli illustri giuristi che tentano di minimizzare e fuorviare l’attenzione da questo semplice dato: su Why Not non si deve indagare, non si deve ficcare il naso, è persino vietato leggere quegli atti. Purtroppo per alcuni, forse per molti, il disegno è chiarissimo, già svelato. Anche nel caso in cui se le dovessero mangiare, quelle carte sono ormai conosciute. La madre di tutte le gare pubbliche, quella per l’assegnazione delle licenze UMTS, quella in cui sono circolati miliardi di euro, è stata preda delle consorterie massoniche (in senso lato, come innanzi detto). La madre di tutte le inchieste, “Toghe Lucane”, ha svelato gli intrecci fra i personaggi delle logge ed i poteri dello Stato. La madre di tutte le discariche, la Basilicata, destinataria del deposito unico delle scorie nucleari italiane (ma forse anche russe e certamente statunitensi), ha fatto conoscere che questi poteri attraversano le casacche politiche come le radiazioni attraversano gli ignari cittadini.

Ed i nomi sono sempre gli stessi, si rincorrono da inchiesta ad inchiesta, da indignazione ad indignazione, da solidarietà a solidarietà. Dobbiamo ripeterli? È proprio necessario ripetere il rito delle citazioni, del coraggio di scrivere, delle querele, del giornalista senza macchia? Leggeteli sugli atti giudiziari, cari lettori e stimati cittadini. Fatevi coraggio ed affrontate la desolazione che ci circonda, cominciando a capire, a studiare, a classificare quelli che occupano le poltrone ai vertici dello Stato e delle Istituzioni. Nessuno potrà sostituirsi a Voi. Nessuno potrà fare la Vostra parte. Manca così poco, sono così deboli, confusi e scoperti. Sono così esplicitamente corrotti ed eversivi. Si avverte, qua e là, come un timido venticello che inizia a soffiare. Un fievole, ancora debole ma fresco profumo di libertà; come diceva il Dr. Salvatore Borsellino. Dobbiamo essere grati a lui ed ai tanti che, come lui, questo profumo hanno preconizzato, desiderato e costruito. Quei magistrati coraggiosi, soggetti solo alla Legge, di cui Luigi De Magistris, Gabriella Nuzzi, Dionigio Verasani, Luigi Apicella, e molti altri ancora, sono la testimonianza migliore.

I siti che pubblicano il decreto integrale con cui la Procura di Salerno ha disposto le perquisizioni ed i sequestri presso la Procura di Catanzaro: www.ilresto.info/11.html ; www.carlovulpio.it ; www.lucania.ilcannocchiale.it ; www.toghelucane.blogspot.com


(Fonte: Antimafiaduemila)


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Federico  - Il finto tonto   |2008-12-06 12:36:30
D'AVANZO ieri su Repubblica ricorda che le inchieste su cui De Magistris
lavorava sono state valutate poi da altri organi competenti e sono state tutte
rigorosamente archiviate. Come dire: De Magistris era un visionario, ci metteva
sì tanta buona volontà, ma proprio la legge non era il suo mestiere. Lo dice
senza vergogna: "Sempre De Magistris ha avuto torto. Circostanza sufficiente
per concludere, come in passato, che le sue inchieste sono eccellenti e
attendibili ricostruzioni "giornalistiche" di un sistema di potere, ma
un fragile quadro penale".

Sta qui il geniale ribaltamento del problema. De
Magistris ha sempre avuto torto perchè le sue inchieste poi sono state
archiviate. Quindi De Magistris era più un giornalista che un magistrato. Si
basava su prove fragili e aleatorie.

Il finto tonto fa finta di non capire che,
forse, quelle inchieste gli sono state sottratte proprio perchè arrivassero
nelle mani di chi poi le avrebbe potute archiviare nel silenzio totale. Il finto
tonto fa finta di non capire che il problema non sta nel sapere se le indagini
di De Magistrtis avrebbero poi, in futuro, portato a condanna o assoluzione gli
imputati, ma nel meccanismo perverso che si è messo in moto per impedirgli,
quelle indagini, addirittura di portarle a termine. Il finto tonto nemmeno si
chiede, come mai, se quelle indagini fossero state solo "invenzioni
giornalistiche", si sia mosso compatto un fronte
istituzionale-imprenditoriale-giuridico per stroncargli la carriera e chiudergli
la bocca.

Il finto tonto, come al solito, rigira il problema come gli pare a
lui, per un fine a noi sconosciuto, ma dai risvolti chiari ed immediati: il
depistaggio mediatico dell'opinione pubblica.

E' grazie a personaggi come
D'Avanzo, che si professano liberi pensatori, che questo paese vive in una sorta
di narcosi e necrosi collettiva. E' grazie ai finti tonti come lui che il
Regime, che apparentemente D'Avanzo vuol far credere di combattere, invece si
irrobustisce, cresce e prolifera indisturbato.

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