Mar 10 Ott 2017 |
Scritto da Redazione Il Fatto Quotidiano
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| | di Redazione Il Fatto Quotidiano - 3 ottobre 2017
Pubblichiamo l’appello in 5 punti sulla legge elettorale del Coordinamento democrazia costituzionale. Questa lettera è l’oggetto di una petizione rivolta ai capi-partito e promossa dal Fatto Quotidiano in collaborazione con Change.org (firma qui).
Malgrado due pronunce della Corte costituzionale, che hanno pesantemente censurato il Porcellum e l’Italicum… ancora una volta una ristretta oligarchia, composta dai capi dei principali partiti, potrà determinare la composizione delle Assemblee parlamentari, assegnando il seggio ai propri fedelissimi ed espropriando gli elettori della possibilità di scegliersi i propri rappresentanti… La volontà degli elettori viene ulteriormente manipolata attraverso una formula che favorisce coalizioni di facciata destinate a sciogliersi dopo il voto, a scapito delle formazioni non coalizzate e della pari dignità dei cittadini elettori… Facciamo appello alle elettrici e agli elettori a mobilitarsi per informare i cittadini… e fare arrivare ai partiti una disapprovazione forte e netta rispetto alle scelte che stanno discutendo in Parlamento.
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Dom 01 Ott 2017 |
Scritto da Osservatorio Antimafie Pavia
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| | di Osservatorio Antimafie Pavia - 1 ottobre 2017
Nel mese di Ottobre si terrà la XIII edizione del ciclo di conferenze "Mafie, Legalità ed Istituzioni" 2017, dedicato alla memoria del Prof. Grevi e riguardante i temi della lotta alla MAFIA.
Il primo appuntamento è previsto per LUNEDI' 2 OTTOBRE 2017, intitolato "VIA D'AMELIO: 25 ANNI DOPO", testimonianze e risvolti sociali e politici dopo le stragi del '92.
Inaugurerà la XIII edizione del ciclo di conferenze, in aula del '400, alle ore 21.00, il Prof. SERGIO SEMINARA. Professore ordinario di Diritto penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pavia.
Gli ospiti della serata saranno:
- SALVATORE BORSELLINO, fratello del Giudice Borsellino e attivistà antimafia;
- MATTIA MAESTRI, membro dell'Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell'Università degli Studi di Milano, diretto dal Prof. Nando Dalla Chiesa.
Modererà l'incontro Marco Bonacossa della Redazione Insurgente Jaromil.
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Dom 01 Ott 2017 |
Scritto da Agende Rosse gruppo 'Paolo Borsellino' di Torino
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| | di Agende Rosse gruppo 'Paolo Borsellino' di Torino - 1 ottobre 2017
Avrà inizio il prossimo 2 ottobre la rassegna di incontri "E-Venti di Giustizia", a cura delle Agende Rosse gruppo 'Paolo Borsellino' di Torino.
Protagonisti del primo appuntamento il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, il presidente della II sezione penale presso la Suprema Corte di Cassazione Piercamillo Davigo, ed il giornalista Marco Travaglio, autori del libro "Giustizialisti":
" «Noi con le nostre forze di Polizia li abbiamo arrestati. I giudici li hanno liberati. L'opinione pubblica deciderà». Così l'ex ministro dell'Interno Angelino Alfano all'indomani dei disordini degli antagonisti avvenuti a Bologna nel novembre del 2015. Come se i giudici avessero deciso liberamente, senza applicare le leggi in materia che il Parlamento aveva varato in precedenza. Alfano, ma non solo, sa che un magistrato spesso ha l'obbligo di scarcerare qualcuno, pur riconoscendo che la norma impone una scelta che egli stesso ritiene sbagliata. Lasciandolo in galera, infatti, incorrerebbe in una severa misura disciplinare. Questo, al contrario, non vale per i politici che se votano una legge iniqua o ad personam sono indenni da rischi perché agiscono nell'«esercizio dell'attività parlamentare». Un libro duro, sull'eterno scontro tra magistratura e politica. Un viaggio nelle aule dei tribunali, nelle Procure e nelle carceri dove i paradossi della legislazione nostrana implicano decisioni al limite della decenza e dove la giustizia diventa spesso ingiustizia."
L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti e non è possibile prenotare. Appuntamento presso L'aula magna dell'ITIS A Avogadro in Corso san Maurizio 8 a Torino
Potrete seguire la diretta streaming su questo sito e sulla pagina FB delle agende rosse |
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Sab 07 Ott 2017 |
Scritto da Giacomo D'Onofrio
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| | di Giacomo D'Onofrio - 8 ottobre 2017
A Grosseto la toccante testimonianza degli agenti di Polizia Angelo Corbo e Francesco Mongiovì, che facevano parte della scorta del giudice Giovanni Falcone.
I due poliziotti a colloquio con il Vescovo. Incontri anche con molte scolaresche della provincia.
Ci sono vicende che non si chiudono mai; vicende che lasciano ferite nell'anima così profonde, che neppure il tempo riesce a lenire. Semmai ne acuisce il senso di sofferenza, ma fa anche recuperare il bisogno di un impegno che non sia solo professionale, ma diventi civico. Una di queste vicende e quella che ha coinvolto gli agenti di Polizia Angelo Corbo e Francesco Mongiovì. Facevano parte della Quarto Savona Quindici, nome in codice della scorta del giudice Giovanni Falcone. Quel tragico 23 maggio 1992 sull'autostrada all'altezza di Capaci c'era Angelo Corbo, mentre il collega Francesco Mongiovì stava svolgendo un altro servizio.
Non era di turno dietro al giudice Falcone. Quel terribile 23 maggio 1992 entrambi, per circostanze diverse, hanno avuta salva la loro vita. Ma da quel 23 maggio 1992 niente per loro è stato più come prima. Lo hanno raccontato, con una testimonianza lucida, generosa e allo stesso tempo commossa, a Grosseto grazie ad una serie di incontri organizzati con loro dal Movimento Agende Rosse-gruppo «Agostino Catalano» Maremma. |
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Dom 01 Ott 2017 |
Scritto da Redazione La Sicilia
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| | di Redazione La Sicilia - 30 settembre 2017
La critica politica e la maggiore aggressività che un personaggio pubblico ha l'onere di subire sdoganano - secondo la Cassazione - anche il termine "inciucio", per indicare l'accordo tra parti contrapposte. La suprema corte si è pronunciata respingendo il ricorso della ministra Anna Finocchiaro, che aveva chiamato in giudizio per diffamazione l'avvocato Fabio Repici. Ha condiviso le conclusioni della Corte d'appello di Messina che ha ritenuto che tale termine rientri nei limiti della «continenza».
Secondo quanto ricostruito nelle sentenze, Repici nel 2007 in quattro lettere aperte indicò Finocchiaro, all'epoca capogruppo dell'Ulivo al Senato, come parte di accordi sottobanco per ritardare lo scioglimento per mafia del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Chiamato in causa da Finocchiaro, spiegò di essersi limitato a dare conto di notizie circolate in ambienti politici locali e riportate anche da organi di stampa.
In primo grado, il tribunale accolse la richiesta di risarcimento da 50mila euro della senatrice, invece la Corte d'appello di Messina riformò la decisione, riconoscendo «il carattere offensivo e diffamatorio» delle lettere, ma ritenendo sussistente «l'esimente della verità putativa». Rilevò poi gli estremi della «pertinenza» e della «continenza» anche in riferimento all'espressione 'inciucio filomafioso'. Secondo la Cassazione, la corte d'appello ha correttamente applicato i principi del «diritto di critica politica», che - ricorda - può far uso anche di «un linguaggio colorito e pungente».
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Mar 26 Set 2017 |
Scritto da Salvo Palazzolo
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| | di Salvo Palazzolo - 26 settembre 2017
A luglio, nell’anniversario della strage di via d’Amelio, l’audizione alla commissione antimafia. L’urlo di dolore di Fiammetta Borsellino: «Troppe nefandezze compiute nelle indagini e nei processi sulla strage del 19 luglio». Due giorni fa, Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino hanno scritto al consiglio superiore della magistratura, chiedendo che sviluppi abbia avuto la nota del consigliere Aldo Morgigni, che a luglio sollecitava un’iniziativa della prima commissione del consiglio superiore, quella che si occupa delle incompatibilità dei magistrati a seguito di comportamenti particolari. Il consiglio di presidenza di Palazzo dei Marescialli fa sapere che è stata già aperta una pratica sul caso di Vincenzo Scarantino, riguardante i magistrati che seguirono la sua collaborazione con la giustizia. Per entrare nel merito delle valutazioni, al Csm attendono le motivazioni della sentenza dell’ultimo processo Borsellino, che ha ripercorso tutte le anomalie nelle prime indagini, basate sul falso pentito.
«Troppe anomalie», ha ribadito questa mattina Fiammetta Borsellino, intervistata da Radio Uno, nella trasmissione “La radio ne parla”. «Il nostro obiettivo è cercare la verità su quanto accaduto, fare luce sull’operato dei magistrati all’epoca in servizio alla procura di Caltanissetta, Giovanni Tinebra, Carmelo Petralia, Anna Maria Palma, Nino Di Matteo, quest’ultimo arrivato nel novembre 1994. Bisogna fare luce anche sull’operato dei poliziotti del Gruppo d’indagine sulle stragi Falcone e Borsellino, tutti hanno fatto una brillante carriera».
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