Mer 13 Set 2017 |
Scritto da Redazione www.targatocn.it
|
| |
di redazione www.targatocn.it - 13 settembre 2017
Sabato 16 settembre nell’ambito di Aritmia alla Caserma Mario Musso (Piazza Montebello 1, 12037 Saluzzo, Cuneo) a partire dalle ore 17, sarà presente Salvatore Borsellino e si parlerà di antimafia anche presentando il libro “Paolo Borsellino - un eroe semplice” di Roberto Rossetti. Salvatore parlerà del progetto agende Rosse che, finalmente, è approdato a Saluzzo affidando il coordinamento ad Andrea Isoardi. Presenti all’evento anche due storiche figure del Movimento Anna e Giancarlo Finessi del gruppo di Varese.
Redazione www.targatocn.it
|
Mar 05 Set 2017 |
Scritto da Dario Vassallo
|
| | di Dario Vassallo - 5 settembre 2017
Caro Angelo,
sono già trascorsi 7 anni da quando ti hanno ucciso e in questi 7 anni il Cilento e questo nostro Paese sono precipitati sempre più in basso.
Se tu tornassi non riconosceresti la tua Pollica e tantomeno Acciaroli, lì dove noi siamo cresciuti e diventati uomini è diventato tutto artificiale, come un parco divertimenti, suoni, rumori, cemento, tanto.
Troppo cemento, puzza di fritture, soldi, alcool, droga costellano l'estate e "altri" la fanno da padrone.
Dove tu con la tua opera hai fatto conoscere a tutti noi la bellezza, non c'è più nulla di concreto, di solido; tutto è diventato effimero e commerciale e l'unica bellezza, che la maggior parte dei tuoi paesani riconosce, è la bellezza dei soldi e, come avevo previsto dopo la tua morte, in pochi anni da proprietari molti sono diventati garzoni.
|
Leggi tutto...
|
Sab 02 Set 2017 |
Scritto da Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo
|
| | di Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo - 2 settembre 2017
“ Ho preso atto della lettera inviatami dalla signora Manca il cui dolore profondamente rispetto. Io ho riportato quanto scritto in sentenza e ritengo che non sia possibile replicare ai parenti delle persone decedute o vittime di reati, se non invitandoli a leggere attentamente gli atti processuali”. Il procuratore di Torino, Armando Spataro, parla di “ rispetto” nei confronti del dolore di Angela Manca. Poi però la invita “ a leggere attentamente gli atti processuali”. Un paio di contraddizioni in sole tre righe. Un bel record, non c’è che dire. Sarebbe questo il “ rispetto” che merita una madre a cui hanno ucciso un figlio in circostanze misteriose? Per carità, nessuno si aspettava alcuna pietas da parte di un magistrato che si improvvisa difensore di ufficio dei suoi colleghi di Viterbo. Ma in queste occasioni il buon gusto di tacere sarebbe stato d’obbligo. E invece no: nessuna replica - nel merito - da parte di Spataro alle minuziose osservazioni elencate una dopo l’altra nella lettera della signora Manca pubblicata ieri dal Fatto Quotidiano.
|
Leggi tutto...
|
|
di Fabio Repici - 12 settembre 2017
Era il maggio 2005 e a rompere la crosta di decenni di buio dell’informazione e omertà furono le parole di una grande giornalista come Federica Sciarelli. Aveva invitato a «Chi l’ha visto?» i genitori di Attilio Manca, l’urologo barcellonese morto a Viterbo più di un anno prima, e con la nettezza della semplicità disse che Barcellona Pozzo di Gotto era «la Corleone del Duemila». L’allora Procuratore generale Antonio Franco Cassata se ne dolse quasi fosse un’offesa personale, e scrisse parole di fuoco, su carta intestata del suo ufficio, come se si trattasse di un atto istituzionale, all’indirizzo di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e pure Vigili Urbani, recriminando contro le parole della giornalista della Rai. Cassata, in realtà, seppure in quel momento erano in pochi a saperlo, stava vivendo il suo Tsunami (era il nome dell’informativa di reato). Ma in quel caso superò le momentanee difficoltà derivategli dalle indagini dei Carabinieri sulle protezioni giudiziarie in favore degli amministratori di Terme Vigliatore. Fu qualche anno dopo, quando lo tsunami prese il nome di Adolfo Parmaliana, dopo il suicidio del docente universitario del 2 ottobre 2008, che Cassata fu spazzato via. Certo, nessuno può dimenticare che fino al giorno prima della sentenza di condanna per la diffamazione ai danni della memoria di Adolfo Parmaliana, compiuta con un dossier anonimo nel più bieco stile dei corvi di Sicilia, al palazzo di giustizia e nel distretto di Messina quasi tutti continuavano a omaggiarlo. Eravamo in pochi, molto pochi, al tempo a stare dalla parte del giusto, cioè di Adolfo.
|
Leggi tutto...
|
Roma, 28 maggio 1992 - da "Teche Rai" ripreso da "Insieme"
Alla presentazione a Roma del libro “Gli uomini del disonore” di Pino Arlacchi al tavolo siedono Pino Arlacchi, Vincenzo Scotti, Paolo Borsellino e Leonardo Mondadori. Al termine della presentazione del libro si parla di Falcone e della superprocura, dal pubblico viene una domanda: “Dottor Borsellino, prenderebbe il posto di Falcone?” Borsellino esita alcuni secondi poi replica: ”No, non ho intenzione…”.
|
Leggi tutto...
|
di Fabio Repici - 2 settembre 2017
Immaginate se qualche anno fa Antonino Di Matteo, magistrato della Repubblica (al tempo in servizio alla Procura di Palermo, ora alla Direzione nazionale antimafia applicato alla Procura di Palermo per il processo “trattativa”), avesse commentato sui giornali, all’indirizzo della famiglia Cucchi, l’angosciante vicenda della morte di Stefano, sostenendo a muso duro (al seguito di Carlo Giovanardi) la teoria negazionista secondo cui il loro congiunto fosse un tossicomane morto per causa propria e questo mentre c’erano un processo in corso e pure un’indagine disposta dal Procuratore Pignatone, arrivato a Roma molti anni dopo l’uccisione di Cucchi. Difficile pensare che Di Matteo non avrebbe passato seri guai disciplinari.
Mi sono permesso l’esempio di fantasia (e chiedo scusa ai due magistrati, che mi sono consentito di citare per la stima che ho di entrambi, e soprattutto ai familiari di Stefano Cucchi) per spiegare un’evenienza dei giorni scorsi.
È accaduto che il Procuratore di Torino, Armando Spataro, il 30 agosto scorso abbia occupato un’intera pagina del Fatto Quotidiano con un suo pezzo, titolato in modo perfettamente fedele al contenuto: " Attilio Manca non fu ucciso. Basta teorie del complotto / Il Procuratore di Torino - Il medico era eroinomane, morì per droga. Non ci sono prove di un omicidio, né del fatto che curò Provenzano". Lo scritto del Procuratore Spataro, che dall’incipit si rivela come una replica a un intervento di Antonio Ingroia (il quale insieme a me assiste i familiari di Attilio Manca) pubblicato sempre dal Fatto il 24 agosto, ci informa che il magistrato l’ha redatto dopo essersi procurato la sentenza emessa dal Tribunale di Viterbo a carico di Monica Mileti (condannata per la cessione dell’eroina che Attilio Manca si sarebbe iniettato, così procurandosi la morte fra l’11 e il 12 febbraio 2004) e dopo averla, ça va sans dire, attentamente studiata. Giungendo, così, alle conclusioni del titolo.
|
Leggi tutto...
|
|