Palermo, 8 ott. - Niente revisione del processo per Bruno Contrada, l'ex numero tre del Sisde, condannato in via definitiva a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa dai giudici di Palermo. Anche la quinta sezione della Corte di Cassazione, confermando la decisione del febbraio scorso della Corte d'appello di Caltanissetta, ha rigettato la richiesta del difensore di Contrada, l'avvocato Giuseppe Lipera, di riaprire il processo nei confronti dell'ex funzionario di polizia.
"Il riconoscimento ufficiale dell'errore giudiziario di Bruno Contrada per me è solo rinviato", sostiene il legale commentando la decisione della Cassazione che ha accolto, in pieno, le conclusioni del sostituto procuratore generale Eugenio Selvaggi. Nella sentenza di condanna, che resta dunque definitiva, i giudici palermitani avevano accertato la responsabilità di Contrada, accusato da pentiti e poliziotti di aver aiutato e protetto la latitanza di boss mafiosi.
Per conoscere le motivazioni della Cassazione bisognerà attendere un mese, ma oggi, davanti ai giudici della prima sezione dei Supremi giudici, si 'gioca' un'altra 'partita' importante per Contrada, quella della sospensione dell'esecuzione della pena per un anno a causa delle gravi condizioni di salute dell'ex super-poliziotto. La difesa di Contrada punta molto, inoltre, sull'udienza camerale del prossimo 5 novembre quando davanti al Gip di Caltanissetta si discuterà sulla richiesta di archiviazione delle indagini nate da un esposto-denuncia presentato dal funzionario del Sisde. Secondo il difensore di Contrada l'estraneità del suo assistito verrà provata dalle indagini che potrebbero scaturire proprio da quei due faldoni. Poi "sarà presentata un'altra istanza di revisione" assicura l'avvocato Lipera.